Vengono rispettate le volonta' del Donatore ?
Qualcosa si sta muovendo sul “Monte” ?.
L’archivio di Harald Szeemann e’ stato acquistato dalla Fondazione Monte Verità ossia dal Cantone.
La "Tessiner Zeitung" ha pubblicato una "Extra-Ausgabe" interamente dedicata al Monte Verita' (Frühling 2007) intitolando "Neues Leben auf dem Berg der Wahrheit".
Il Consiglio di Stato si riunisce sulla collina asconese per decisioni importanti. Speriamo che i tre fatti siano di buon auspicio peril "Monte" asconese.
Il barone Eduard von der Heydt donò al Cantone Ticino la proprietà sul Monte Verità nel gennaio 1956. La donazione venne accettata all’unanimità dal Gran Consiglio. L’atto di donazione comprende, tra altre condizioni, l’impegno per il Cantone Ticino a dare al Monte Verità una destinazione tale “…da favorire esclusivamente iniziative culturali, artistiche possibilmente di notevole importanza…”.
Con le “ultime volontà” del maggio 1962, il Donatore sottolineò l’impegno chiesto – e dal Cantone assunto – nominando esecutore testamentario, affinchè vegliasse a che la condizione venisse rispettata, il comune di Ascona.
Al momento del decesso del barone Eduard von der Heydt, avvenuto il 3 aprile 1964, il Cantone Ticino incamerò anche 4,5 milioni di franchi quali tasse di successione.
La proprietà venne dapprima ceduta in gerenza, quale complesso alberghiero, con risultati per niente lusinghieri. La manutenzione – anche minima – fu totalmente trascurata da parte dell’affittuario.
Nel 1969 furono riattati i due stabili utilizzati per la gestione alberghiera e si costruì una piscina investendo circa 4 milioni di franchi. La gestione fu affidata a un direttore dipendente della Monte Verità SA, la proprietaria per conto del Cantone. I risultati non furono soddisfacenti, la manutenzione continuò a essere trascurata e si inizio ad accumulare perdite d’esercizio.
In tali anni, nessuna attività culturale fu proposta a parte l’incontro annuale “Balint” promosso e curato direttamente dal prof. Boris Luban Pozza.
Nel 1978 arrivo' finalmente Harald Szeemann con l’importante mostra sulla storia del Monte Verità che, dopo tappe a Zurigo, Berlino, Monaco e Vienna, trovò la sua sede stabile nella Casa Anatta sul Monte Verità.
Il Cantone non aiutò Harald Szeemann e continuò a ignorare la chiara clausola voluta dal Donatore.
Fu nel 1984 che il Cantone cominciò a considerare la volontà del barone von der Heydt grazie a Carlo Speziali. Fu rinnovato il Consiglio di amministrazione della Monte Verità SA che dovette subito far ricuperare anni di manutenzione non fatta (la situazione trovata giustificava una denuncia penale per incuria di beni pubblici) e costituito un Gruppo Cultura coordinato dal consigliere di Stato Carlo Speziali. Si dette avvio alla ricerca di soluzioni per il futuro del Monte Verità e a un minimo di attività culturali. Questa divenne particolarmente intensa nel 1986, in occasione del 30.mo della donazione, con la mostra “da Marees a Picasso, capolavori dal museo von der Heydt di Wuppertal”. La mostra permise di riproporre al Monte Verità i capolavori che erano del Donatore e che, alla morte, complice una deprecabile inettitudine ticinese, cedette alla sua città natale. Seguirono poi una rassegna musicale di giovani Solisti ticinesi e lombardi, dei simposi d’alta finanza a cura dell’Università di Chicago, dei seminari e stages di danza in occasione del 30.mo della morte di Rudolf von Laban, una mostra sul pittore olandese Piet Mondrian, la costruzione del museo “Chiaro mondo dei beati” per dare ospitalità al grande dipinto rotondo di Elisar von Kupffer e vennero avvicinati al Monte Verità personalità importanti, di ogni parte del mondo, e giornalisti che pubblicarono contributi sulla maggiore stampa mondiale, statunitense e giapponese comprese.
Si ricuperò quindi il ritardo con le proposte culturali “di largo respiro” e si ricollocò il Monte Verità nello spazio che la sua storia gli faceva meritare. Tutto era di nuovo pronto per guardare avanti seriamente, nel pieno rispetto degli impegni presi con il Donatore.
Si sperava, nei decenni seguenti, di poter riscrivere pagine culturali importanti come quelle scritte nei primi decenni del 1900 quando la collina asconese era un faro per tutta la cultura “mitteleuropea”. Il Monte Verità era pronto per diventare uno dei pochi centri di cultura d’avanguardia di importanza mondiale. Era pronto pure il compianto prof. dr. Harald Szeemann, ambito da tutti i poli culturali di prestigio, che nel frattempo aveva rinunciato alla direzione del Centre George Pompidou di Parigi e in seguito vinto, a New York, l’Oscar per il migliore ideatore e curatore di mostre al mondo.
Al Ticino mancò però il coraggio di un passo in avanti. E il “merito” fu di Claudio Generali che preferì un tranquillo - e scevro di possibili problemi - accordo con gli Istituti Politecnici svizzeri.
Si sciolse la Monte Verità SA e si costituì l’attuale Fondazione Monte Verità. Cominciarono le attività seminariali dei Politecnici: appuntamenti certamente importanti ma momenti “chiusi” che al Ticino e alla sua Gente lasciano ben poco. Non era proprio - e non e' - ciò che il barone Eduard von der Heydt si immaginava e desiderava. La nuova Fondazione promise altre attività per integrare, nel rispetto delle volontà del donatore, le attività sul Monte. Cosa si e’ fatto ? Il “parco del tè” ? Un’esposizione di “mandala” ? Non e’ un po’ poco ? Per fortuna e’ stato ora comperato l’archivio di Harald Szeemann. Ci sarà un seguito ?
Sergio Barenco
Pubblicato da laRegioneTicino, rubrica "L'Ospite", l'8 maggio 2007
Ultimi commenti
08.02 | 21:32
Una... e non ancora completata... Grazie.
18.01 | 07:01
😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!
25.04 | 19:42
Grazie. Molto gentile.
25.04 | 09:48
Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano