Stazioni invernali... e poi ?
Le stazioni invernali ticinesi sono riaperte o stanno per essere riaperte. I problemi finanziari hanno trovato o stanno trovando una soluzione. La neve sembrerebbe non mancare. Le prospettive per l'inverno 2008/09 sono buone. Meglio cosi'.
Si e' voltata una pagina poco gloriosa. Dalla vendita, da stazione a stazione, di un paio di gatti delle nevi per incamerare a ogni passaggio il sussidio cantonale negli anni '70 alla dispersione acritica - per non dire scriteriata - di milioni e milioni di denaro pubblico negli anni successivi.
Che gli impianti di risalita ticinesi rimangano attivi anche per lo sci e' una buona cosa. Tutti noi abbiamo imparato a sciare sulle piste ticinesi. Ci si augura pero' che rimangano a misura “ticinese” e non pesino piu' sulle spalle del contribuente.
In tanti propongono e auspicano una riconversione delle maggiori stazioni invernali ticinesi in stazioni... estive, indicando il Monte Tamaro come esempio.
Occorre prestare molta attenzione a tale possibile evoluzione per evitare, con l'acriticita' e i milioni di sempre di passare su di un altro estremo. La scorsa estate si sono visti dei grandi manifesti illustranti la nuova offerta del Monte Tamaro che avrebbero dovuto e dovrebbero mettere sul chi vive il cittadino culturalmente sensibile e attento alle necessita' della natura ma in particolare i preposti alle pianificazioni del territorio, alla valutazione e distribuzione di aiuti finanziari pubblici e chiaramente le organizzazioni di difesa dell'ambiente. I grandi manifesti - un qualcuno lo si trova ancora esposto - presentano in alcune fotografie le attivita' che si possono ora svolgere sulla montagna che sovrasta Rivera. Non si tratta di attivita' tipiche di montagna, al contario sono attivita' da “parco divertimenti” che potrebbero essere svolte anche al piano. Perche' tali attivita' sono proposte sul Monte Tamaro ? Molto probabilmente per far salire la gente - e quindi pagare il relativo biglietto – con la cabinovia. La stessa motivazione dovrebbe stare alla base della costruzione della chiesa firmata da Mario Botta percui risulta perlomeno difficile comprendere come un architetto attento e famoso possa essersi prestato a tale gioco.
Proprio vogliamo cose simili sulle nostre montagne ? Si va forse in montagna per un parco divertimenti oppure per dell'architettura moderna ? Non dovrebbero essere altre le motivazioni per passare alcune ore in montagna ?
Sulle montagne ticinesi si possono realizzare infrastrutture e proporre attivita' in perfetta linea con lo spirito dei luoghi, in termini divulgativi oltre che didattici, per avvicinare sempre piu' e meglio l'uomo alla natura. Pensiamo solo all'osservatorio astronomico, agli scavi nella grotta dell'orso, ai sentieri didattici, alle visite guidate a conoscere i fiori, l'avifauna, i mammiferi, l'agricoltura di montagna e tante altre cose cosi' come si fa su di una montagna del Mendrisiotto, senza costare un franco all'ente pubblico.
Vogliamo trasformare le nostre montagne in vari piccoli “DisneyAlps” ? “Halt sichern !”. Fermiamoci, diamoci delle regole, dei criteri precisi, prima che sia troppo tardi. Bisognerebbe predisporre il necessario affinche' ogni riconversione da stazione invernale a stazione estiva avvenga nel rispetto delle esigenze della natura e con proposte sostenibili culturalmente oltre che ecologicamente.
Sergio Barenco
11.12.2008
Ultimi commenti
08.02 | 21:32
Una... e non ancora completata... Grazie.
18.01 | 07:01
😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!
25.04 | 19:42
Grazie. Molto gentile.
25.04 | 09:48
Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano