Monte Verita', quale futuro ?

Si rispetteranno le volonta' del Donatore ?

Un comunicato del Dipartimento federale degli Interni informava, una quindicina di giorni or sono, sulla futura presenza delle Scuole politecniche svizzere al Monte Verità.

Il comunicato, oltre ad essere particolarmente impreciso, era pure inesatto su talune questioni in particolare al riguardo del mantenimento della proprietà da parte del cantone Ticino.

Attendendo informazioni ufficiali da parte del Dipartimento competente o del Consiglio di Stato abbiamo posto alcune domande a Sergio Barenco, vicedirettore dell’Ente ticinese per il turismo, che in questi ultimi quattro anni ha fatto e dato molto per il rilancio del Monte Verità, per la ricerca di una destinazione definitiva nel rispetto delle condizioni di donazione dopo trenta anni di inadempienza da parte del Cantone.

Per il futuro del Monte Verita’ i dadi sembrano tratti. Soddisfatto ?

Si e no. Anzi, più no che si. Del Monte Verità si dovrebbe fare un Centro di cultura d’avanguardia e sperimentale. La storia del Monte Verità e’ sempre stata rivolta verso il futuro. I movimenti che lo hanno caratterizzato erano tutti d’avanguardia. Secondo me bisognerebbe continuare in tale direzione. Procedendo in tale modo inoltre si rispetterebbe meglio la volontà del donatore Eduard von der Haydt.

Certo che per riuscire con un Centro di cultura d’avanguardia e sperimentale occorre avere la persona giusta, l’anima dell’operazione. Avremmo persino la fortuna di disporre di tale persona, del meglio che c’e’ sul mercato se mi si passa l’espressione: il prof. dr. Harald Szeemann. E’ cercato dai principali Poli culturali di tutto il mondo; alcuni mesi or sono ha rifiutato la direzione del Centre Pompidou di Parigi (25.000 visitatori al giorno); gli fanno la corte diversi importanti musei germanici con alle spalle fondazioni facoltose come quelle della Daimler-Benz e della BMW. Harald Szeemann farebbe del Monte Verità un Centro-faro, di sicuro valore mondiale, della cultura artistica e umanistica. Credo proprio che si stia perdendo un’occasione d’oro e soprattutto unica per il Ticino.

Perchè allora non ci si e’ mossi in tale direzione ?

Credo che sia prima di tutto una questione di coraggio e poi anche finanziaria.

Di coraggio perchè, si sa, normalmente l’Ente pubblico si muove solo nel sicuro, nel convenzionale, al riparo da rischi e sorprese sgradite. Così facendo si va si avanti ma purtroppo non si va lontano. Le grandi cose sono sempre nate da atti di grande coraggio mentre da noi – e non solo da parte dell’Ente pubblico - si confonde troppe volte la saggezza con la prudenza.

Una questione finanziaria perchè per un Centro di cultura d’avanguardia e sperimentale ci vorrebbe un budget annuo di almeno 4 milioni di franchi. Un impegno annuo elevato ma che dovrebbe poter essere garantito tra Cantone e Comune di Ascona, comune non certamente povero e che per la cultura potrebbe fare qualcosa di più.

Ma l’accordo raggiunto – o che sta per essere raggiunto – con le Scuole politecniche federali, è

una buona cosa ?

Decisamente si. Il non aver scelto la soluzione secondo me più qualificante, più in linea con lo spirito del Monte Verità, più rispettosa delle volontà del Donatore, non significa che la scelta fatta sia cattiva. L’accordo con i Politecnici svizzeri è di sicuro valore. I seminari che organizzerà la Fondazione delle Scuole politecniche saranno di sicuro prestigio. Saranno però dei seminari chiusi, riservati a una ristretta élite internazionale anche se si promette una serata pubblica, da tenersi in termini praticabili anche per i non addetti ai lavori, per ogni seminario organizzato al Monte Verità. Si farà della cultura scientifica. E’ cultura anche quella. L’importante è che i Politecnici e i loro seminari scientifici lasciano dello spazio anche ad altre attività, alla cultura artistica e umanistica che di certo interesserà maggiormente il ticinese. Non si sa però ancora come e quando, in particolare in quale periodo dell’anno, i Politecnici svizzeri fisseranno le 25 settimane richieste e ottenute.

Il grosso cambiamento interverrà con il 1990. E per l’anno prossimo ?

Io smetterò di occuparmi del Monte Verità a fine mese. L’assenza di Marco Solari in ragione del 90 %, per il coordinamento dei festeggiamenti del 700.mo della Confederazione, mi obbliga a dedicare tutto il mio tempo – magari anche una parte del tempo libero – all’Ente ticinese per il turismo, al turismo ticinese. Per la stagione culturale 1989 al Monte Verità, vi sono comunque alcune cose già pronte o quasi. In particolare una grossa esposizione di dipinti di Mondrian, una mostra su Mary Wigmann e Suzanne Perrotet allieve di Rudolf von Laban al Monte Verità

E persino una mostra di opere di Jean Cocteau, organizzata con l’Ente turistico di Ascona e Losone, in occasione del 100.mo della nascita. Sono inoltre in preparazione un’importante esposizione di sculture nel parco e diverse manifestazioni minori come un seminario dell’Università di Chicago, una rassegna concertistica con giovani solisti veneti, dei seminari con la Scuola europea di oncologia e altri seminari con l’Università di Chapel Hill, nel North Carolina, che vorrebbe mandare sul Monte Verità dei top managers statunitensi per dar loro un orizzonte più universale. Spero che tutto ciò possa essere concretizzato.

Intervista con Sergio Barenco pubblicata su Politica Nuova il 16 dicembre 1988

Ultimi commenti

08.02 | 21:32

Una... e non ancora completata... Grazie.

18.01 | 07:01

😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!

25.04 | 19:42

Grazie. Molto gentile.

25.04 | 09:48

Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano

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