Chi e' causa del suo mal....

In Ticino gli alberghi chiudono...

Gli albergatori in primis e il Cantone non possono non recitare un "mea culpa"...

 

Il Comitato direttivo di Svizzera Turismo ossia dell’ente che si occupa della promozione del turismo verso la Svizzera a livello nazionale, si e’ riunito negli scorsi giorni in Ticino.

Oltre allo scontato invito a unire le forze per ottenere i migliori risultati possibili, ha espresso timori per la continua chiusura - meglio sarebbe dire moria… - di alberghi, in particolare in Ticino.

Sono circa 60 gli alberghi che hanno chiusi i battenti, in Ticino, negli ultimi 20 anni mentre i pernottamenti del settore sono scesi dai 3,8 milioni del 1980 ai nemmeno 2,6 milioni nel 2003.

Il problema dell’industria alberghiera ticinese, non e’ comunque tanto il numero degli alberghi quindi dei letti disponibili quanto il non avere saputo adeguarsi alle nuove esigenze del turismo odierno. Solo alcuni alberghi di Ascona (e dintorni) e pochi a Lugano (e dintorni) sono oggi parecchio attrattivi e quindi destinazioni ancora ambite, competitive con l’offerta alberghiera di vacanza europea.

Cosa ha fatto la categoria per mantenere viva la destinazione turistico alberghiera ticinese ? Purtroppo non molto. Negli anni buoni, nei decenni 1970/80 si e’ arroccata sulle posizioni raggiunte, ostacolando anche la possibile concorrenza ulteriore. Non suggeriva di certo alle banche di concedere crediti ipotecari per nuovi alberghi. I nuovi stabilimenti sorti in quegli anni - e purtroppo non sono molti… - vennero costruiti più o meno con capitali propri degli iniziatori. L’auspicio dell’ETT, oggi Ticino Turismo, di vedere aprire a Lugano un grande nuovo albergo, con almeno 300 camere, gestito da un’ importante catena internazionale, venne prontamente soffocato. Eppure un Hilton, o un Sheraton, o un Hyatt, o un Mariott o altro ancora della stessa caratura, avrebbe fatto fare al turismo luganese e quindi ticinese un balzo in avanti. Avrebbe fatto entrare Lugano e il Ticino in un nuovo circuito turistico; in una nuova dimensione, più moderna, più internazionale e indotto i presenti a mettersi “al passo”. Nulla da fare. L’ETT ha dovuto starsene zitto.

Il Cantone, intanto, preferiva sostenere le… stazioni invernali (impianti sciistici) e le imprese di trasporto turistico. Se le numerose decine di milioni di franchi investite in tale modo - inutile farne l’elenco… tutti se ne ricordano - fossero state utilizzate per favorire la costruzione di nuovi complessi alberghieri - e anche per ammodernare gli alberghi esistenti e con un futuro - ora l’industria alberghiera ticinese e il turismo ticinese tutto non si troverebbero nella situazione in cui sono caduti. Sono stati veramente tanti i milioni di franchi utilizzati per finanziare funivie, funicolari, cabinovie, seggiovie, skilift e persino “gatti delle nevi”, mentre il ritorno ottenuto e’ stato minimo. Il Cantone (gestione Marina Masoni) é giunto persino a sussidiare a fondo perso, con poco meno di 1 milione di franchi, una funicolare che ha sempre fatto utili, distribuendo dividendi anche del 20 %, senza mai accantonare nulla per gli investimenti futuri, e che null’altro e’ che un “lift inclinato” che porta al ristorante a nemmeno 900 m s/m.

Le grandi catene alberghiere mondiali non costruiscono praticamente mai, loro stesse, gli immobili

destinati ad alberghi. Li prendono solo in gestione, in affitto. Gli imprenditori privati non hanno investito, in Ticino, in tale direzione. Non lo hanno fatto non solo perché la categoria degli albergatori pigiava piuttosto sul pedale del freno ma anche, e forse soprattutto, perché l’Ente pubblico mai ha dimostrato grande interesse verso il settore dell’economia, il turismo, che rappresentava pur sempre oltre il 20 % del prodotto cantonale lordo. Con alcuni incentivi, eventualmente anche con una partecipazione finanziaria non necessariamente a fondo perso, gli investimenti ci sarebbero stati. Dove sta scritto che l’Ente pubblico non possa favorire, con un intervento finanziario importante, in aggiunta alle possibilità di aiuto da parte della Confederazione (“credito alberghiero”, che aiuta per lo più solo gli alberghi al nord delle Alpi), la costruzione di un grande albergo (o due: uno a Lugano e uno a Ascona/Locarno), da dare in gestione a una grande e importante catena alberghiera internazionale ? Per l’economia del Cantone e’ forse maggiormente utile investire centinaia di milioni di franchi in un impianto di distruzione dei rifiuti (nemmeno necessario perché gli impianti già esistenti in Svizzera dispongono di sufficiente capacità e importano rifiuti dall’estero!) come giustamente ha fatto notare, sempre negli scorsi giorni, Dick Marty, presidente di Svizzera Turismo ? Fernando Brunner, presidente della Società cantonale degli Albergatori ha recentemente dichiarato che la costruzione di un inceneritore per rifiuti, nei pressi dei castelli di Bellinzona, patrimonio Unesco dell’umanità, rappresenta “la mancanza di

una radicata mentalità e coscienza turistica”. E poi, perché sembrerebbe che per Edo Bobbià, segretario della Società svizzera impresari costruttori, sezione Ticino, sia più importante costruire un inceneritore da 250 milioni di franchi invece di due grandi alberghi, da 125 milioni di franchi l’uno ?

Le nuove destinazioni turistiche, nostre concorrenti, non possono che… ridere di noi. Peccato.

Sergio Barenco

Pubblicato su laRegioneTicino del 15 luglio 2006

Premiato con una “rosa” da Il Caffe’ del 16 luglio 2006

Ultimi commenti

08.02 | 21:32

Una... e non ancora completata... Grazie.

18.01 | 07:01

😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!

25.04 | 19:42

Grazie. Molto gentile.

25.04 | 09:48

Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano

Condividi questa pagina