Tanto bla bla... di circostanza..., con omissioni volute
“Ogni 6 secondi, un bambino muore di fame…” E’ anche lo slogan col quale la RSI, Radio della Svizzera italiana, ha lanciato TIPI, la trasmissione che va in onda tra le 11.00 e mezzogiorno dei giorni feriali, di ieri.
L’ho voluta ascoltare. Lo ammetto, un po’ prevenuto, infastidito dall’atmosfera consumistica natalizia. Quante chiacchiere… quante cose gia’ sentite, risapute, ripetute. Quante “sciacquature di bocca”. La conduttrice ha persino voluto precisare che il tema non veniva trattato perche’ vicini a Natale ma… a seguito della recente pubblicazione di dati “freschi” sull’argomento, a cura di un organismo internazionale. Un fatto praticamente di cronaca. Che tristezza.
C’e’ un Paese al mondo, almeno su questa Terra, del cosiddetto “Terzomondo”, che investe molto sui bambini, sui giovani. In questo Paese non c’e’ nessuno bambino che muore di fame, che soffre di fame, che non ha la possibilita’ di recarsi a scuola, che non riceve delle adeguate cure mediche in caso di malattia o infortunio, che non possa continuare gli studi o formarsi professionalmente.
E’ molto probabilmente – per non dire sicuramente – l’unico Paese di questa Terra a investire le poche, pochissime risorse di cui dispone, sull’unica sua ricchezza (che e’ poi l’unica vera ricchezza di tutti i Paesi del “Terzomondo”) ossia sui bambini, sulla gioventu’, sul “domani”. Questo paese e’ Cuba.
Cuba pero’ da noi, dall’Occidente, appunto perche’ opera in tale modo, e’ malvisto, e’ vilipeso, e’ criticato, e’ condannato. Non e’ mai lodato per quanto fa. E’ sempre atteso “al varco” per criticarlo se qualcosa – magari costruita ad hoc – non dovesse andare bene. Inoltre e’ sottoposto a uno stretto embargo economico da ormai oltre 40 anni.
Sull’esperimento cubano… nemmeno una parola.
Sempre ieri, sempre sulla RSI, a “Modem” in prima mattinata, si e’ discusso sulla contrazione quantitativa degli appartenenti alle religioni tradizionali in Svizzera. Anche in tale disanima, tante
chiacchiere, tanti voli pindarici, senza entrare e nemmeno avvicinare i veri argomenti, di fondo, alla base del fenomeno.
Non ho potuto non collegare le due cose, le due trasmissioni, lo sviluppo dei due discorsi. Maria Teresa di Calcutta – “chapeau” per quanto ha fatto… - ha aiutato tanti poveri, tanti disperati, con coraggio, abnegazione, dando tutta se stessa. Lo ha fatto pero’ senza mai spiegare a tali diseredati le vere cause della loro situazione drammatica. Ora e’ sulla via della santificazione. E va bene cosi’. I religiosi teologi “della liberazione” sudamericani, penso in particolare a Leonardo Boff e a Frei Betto ma anche a Helder Camara, pochi decenni fa aiutavano i diseredati a risollevarsi, esattamente come Maria Teresa di Calcutta. Lo facevano materialmente ma anche spiegando loro il perche’ della situazione in cui vivevano e soffrivano. Spiegavano loro i danni che noi, Occidente, padroni assoluti dell’economia, causavamo ai loro Paesi e a loro. La Chiesa non li ha santificati, li ha… perseguiti e cacciati.
Non ho sentito una parola sulla Chiesa che espelle chi mette realmente in pratica il Vangelo.
Sergio Barenco
Pubblicato su laRegioneTicino del 23.12.2004
Ultimi commenti
08.02 | 21:32
Una... e non ancora completata... Grazie.
18.01 | 07:01
😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!
25.04 | 19:42
Grazie. Molto gentile.
25.04 | 09:48
Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano