Cuba... ignorata da tanti, troppi...
Perche' ?
Mi riferisco all’isola maggiore, la più grande dei Caraibi, con una superficie di oltre 100.000 km2 e una popolazione che supera gli 11 milioni di abitanti: Cuba.
Il Credit Suisse (CS) e l’UBS – lo si e’ letto negli scorsi giorni – non fanno più transazioni con Cuba. Motivo: Cuba e’ sulla lista dei paesi “sensibili”, come altri Paesi tutti non conformati al volere USA.
Non solo le grandi banche ignorano Cuba. Sono in tanti a farlo. I media in prima fila (fatta eccezione per quando se ne puo’ parlare negativamente).
Pochi giorni or sono l’Assemblea dell’ONU ha votato una risoluzione che invita gli USA a sospendere l’embargo economico contro Cuba che dura da quasi 45 anni. 183 Paesi su 188 presenti hanno votato in favore della cessazione dell’embargo. (Per la cronaca hanno votato contro gli USA, Israele, Palau e le Isole Marshall mentre la Micronesia si e’ astenuta). Sulla stampa occidentale nessuna parola o quasi. Chi ne ha riferito lo ha fatto in maniera impercettibile.
A inizio ottobre si scopre, in Florida, che 10 giornalisti di importanti testate, erano al beneficio di contributi finanziari da parte della CIA per “distorcere” le notizie buone su Cuba e inventarne delle cattive. Il redattore responsabile del The Miami Herald e de El nuevo Herald, licenzia i suoi tre collaboratori presi con le mani nella marmellata, per ragioni etiche. Dopo pochi giorni, su intervento dell’editore messo chissà sotto quali pressioni, i tre giornalisti vengono riassunti e il redattore responsabile Jesus Diaz liquidato. I nostri media non hanno ne’ scritto ne’ detto niente.
Pochi mesi fa, il generale pakistano che si e’ occupato del coordinamento degli aiuti alle vittime del terremoto dell’ottobre dello scorso anno, ha affermato che il paese che maggiormente ha aiutato il Pakistan a risollevarsi dalla tragedia naturale e’ stato… Cuba, con 30 ospedali da campo, 2.558 medici e numeroso personale paramedico. Questo in barba a tutte le promesse, di milioni e milioni di dollari USA, fatte dai Pesi occidentali in occasione dell’ormai tradizionale (dopo le grandi tragedie) “conferenza dei donatori”. Sulla stampa occidentale nessuna parola. Diverso invece l’eco dato alla riconoscenza espressa ai Paesi occidentali da Ervetz Musharraf, il presidente, in occasione del 1.o anniversario del terremoto.
Un recente studio dell’OMS, ricordato anche da Ignacio Ramonet, il direttore di Le Monde diplomatique, in occasione della conferenza pubblica tenuta a Locarno il 9 ottobre scorso, giunge alla conclusione che se tutto il Sudamerica adottasse il sistema sanitario cubano si registrerebbero ogni anno, nella regione, 1,2 milioni di bambini morti in meno. Della conclusione di tale studio, sulla stampa occidentale, non una riga.
Anche in precedenza, dopo il disastro di Chernobyl, Cuba si occupò di oltre 22.000 pazienti ucraini e bielorussi, in particolare ragazzi e adolescenti, senza nessun ritorno, solo per solidarieta’. Nessuno disse o scrisse nulla.
A fine 2004, il tasso di mortalità infantile a Cuba era del 5,8 per mille. Nelle Americhe, solo il Canada faceva meglio (5 per mille). Era migliore di quello degli USA (7 per mille). Quelli dei Paesi vicini erano drammatici: Haiti 76, Guatemala 35, El Salvador 32, Nicaragua 30, Repubblica domenicana 29 per mille. A oggi tale situazione non si e’ modificata sostanzialmente. Sui media, sull’eccellente risultato cubano (che viene pubblicato ogni anno), non si e’ letto e non si legge nulla.
A Cuba c’e’ un medico ogni 220 abitanti; in Giamaica (pure isola dei Caraibi, senza nessun embargo economico occidentale), uno ogni 6.700 abitanti. A Cuba la gente e’ sana e invecchia. La speranza di vita e’ come da noi. Negli altri Paesi del cosiddetto “terzomondo” non e’ così. In Perù e in Bolivia non si superano, di regola, i 60 anni; ad Haiti, i 50. A Cuba non muore un bambino, di fame o per mancanza di cure, “ogni 8 secondi” come dicono le statistiche. Queste cose, favorevoli a Cuba, non si scrivono, non si dicono.
Il Papa Ratzinger, proprio negli scorsi giorni ha esortato a “cambiare stile di vita”. Ha invitato i “popoli più ricchi a non sperperare le risorse della Terra”; ha parlato apertamente di “scandalo della fame che nel mondo si aggrava”. Ha invitato a “eliminare le cause strutturali legate al sistema di governo dell’economia mondiale, che destina la maggior parte delle risorse del pianeta a una minoranza”. A Cuba la vita e’ sacra e l’ambiente viene rispettato. Malgrado la povertà, dovuta in gran parte al blocco economico statunitense al quale ora anche il CS e l’UBS si sono accodate, a Cuba tutti mangiano sufficientemente, si curano, studiano e lavorano. C’e’ poco plus valore, poca ricchezza ma il poco che c’e’ e’ equamente distribuito. Anche di questo non si parla. Per queste cose Cuba non e’ mai indicato come esempio.
Cuba e’ un’ “isola che non c’e’” anche per gran parte della sinistra europea. Un sinistra che non ha sofferto vedendo demolire numerosi monumenti a Lenin; una sinistra che non si e’ indignata nel vedere lo scempio causato dall’invasione USA all’enorme patrimonio culturale irakeno; una sinistra che si e’ abituata al bambino morto “ogni 8 secondi” e che fa a gara con la destra nel trovare “la pagliuzza nell’occhio” di Cuba dimenticando le sue “travi”.
Adelante Isla grande ! Anche se per gran parte del mondo non esisti.
Sergio Barenco
Pubblicato su laRegioneTicino del 15 novembre 2006
Idem su L’inchiostro rosso di dicembre 2006
Ultimi commenti
08.02 | 21:32
Una... e non ancora completata... Grazie.
18.01 | 07:01
😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!
25.04 | 19:42
Grazie. Molto gentile.
25.04 | 09:48
Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano