Nuovi siluri sono partiti non tanti giorni or sono dagli Enti turistici locali (ETL) verso Ticino Turismo (ETT). Il mittente questa volta non erano i Direttori ma bensì direttamente i Presidenti. Continua così la ciclica lotta tra le forze centripete e quelle centrifughe, tra la razionalità centralista e il dispersivo localismo.
Negli anni 1920, dopo circa 40 anni di turismo in Ticino, ci fu chi intravedendo i possibili sviluppi e benefici per l’economia di tutto il Cantone, propose l’istituzione di un Ufficio cantonale per la gestione del turismo, per la sua promozione, per il suo coordinamento. Erano forze chiaramente centripete. Qualche anno dopo, nei primi anni 1930, al varo della prima Legge cantonale sul turismo preparata nel frattempo, la spuntarono però le forze centrifughe ossia le forze che preferivano – e preferiscono – organizzare il tutto localmente, al massimo regionalmente ma non cantonalmente. Non venne istituito l’auspicato Ufficio cantonale per il turismo ma solo un’Associazione cantonale del turismo, senza forza lavoro e senza mezzi finanziari.
A coordinare la promozione turistica, vennero chiamati a turno, di anno in anno, i direttori delle Pro Loco di Lugano e di Locarno. Ognuno pensò al proprio orticello, senza nessuna continuità. Nessuno pensò ai problemi e alle necessità di fondo del turismo ticinese, da risolvere a livello cantonale. Non nacque nemmeno l’auspicata - da parte delle forze centripete - Scuola cantonale di turismo. (Eppure tale Scuola, in 70 – 80 anni di attività avrebbe qualificato le professioni del turismo rendendole attrattive per i giovani ticinesi, avrebbe conferito maggiore professionalità a tutti i settori del turismo, avrebbe contributo allo sviluppo di una certa coscienza turistica e altro ancora.)
Negli anni 1960, stufi di tale situazione, al varo della seconda Legge cantonale sul turismo, la spuntarono invece le forze centripete ossia le forze che desideravano – e che desiderano – lavorare in maniera efficiente, utilizzare al meglio energie e mezzi finanziari disponibili, promuovere e gestire il turismo a livello cantonale. Le forze centrifughe opposero invero poca resistenza. Anche a loro risultava chiaro che 40 anni di gestione del turismo a livello locale, con 45 Pro Loco, con una dispersione di mezzi e forze ingiustificabile, senza una locomotiva che trainasse tutti nella stessa direzione, aveva portato a ben pochi risultati. Venne varata una Legge che definiva coraggiosamente il Ticino come “un prodotto turistico unico”, vennero ridotti a 15 gli ETL e venne istituito l’ETT. Le cose migliorarono. Il lavoro dei primi 20 anni di ETT e’ ancora sotto gli occhi di tutti: la professionalizzazione delle attività di promozione e sostegno, un cambiamento radicale dell’immagine del Ticino, un grosso miglioramento qualitativo di tutto il turismo, la nascita – finalmente ! – della Scuola cantonale alberghiera e di turismo e tanti altri risultati positivi.
La Legge sul turismo in vigore inevitabilmente invecchiava. Bisognava pensare alla sua revisione – o al suo rifacimento – per i 20 anni seguenti. Ecco allora farsi avanti puntuali le forze centrifughe. Agli ETL non andava più bene che l’ETT lavorasse professionalmente, razionalmente; che catalizzasse l’attenzione degli operatori e trascinasse, spronasse a fare sempre meglio. Eccoli allora a rifiutare tutto quanto proponeva, a eludere il coordinamento, a lavorare contro, persino a scopiazzarlo in tutte le sue competenze per “giocare” localmente a fare il piccolo ETT, a intraprendere tutto quanto permettesse un miglior posizionamento in funzione della Legge su turismo che sarebbe stata preparata trascurando vistosamente i principali compiti.
Abolire o indebolire l’ETT sarebbe stato un grave errore. Sarebbe stato tornare alla situazione
insostenibile dei decenni 1930 – 60. Insostenibile sarebbe stato anche accettare, ignorandola, la poco costruttiva competitività che si era istaurata tra ETL e ETT, causa di un gran dispendio di energie e di mezzi.
Ecco allora nascere il progetto di nuova Legge sul turismo di Dick Marti. Avrebbe rafforzato la posizione centralista, del Ticino come prodotto turistico unico, riducendo al minimo indispensabile le competenze locali o regionali. Si preannunciava una nuova vittoria delle forze centripete.
Ma ecco arrivare Marina Masoni al Dipartimento finanze e economia. Il lavoro di Dick Marti viene accantonato. Ristruttura il tutto dando al turismo ticinese la struttura organizzativa odierna, frutto di numerosi – per non dire dei soliti - compromessi. Mantiene la centralità dell’ETT assegnato a Giuseppe Stinca ma omette di prendere quelle misure che avrebbero dovuto contenere le forze locali e regionali che non erano – e difficilmente lo saranno - né dinamiche ne’ propositive.
Indipendentemente dai meriti e/o demeriti – e dai costi - di Giuseppe Stinca e del suo staff, la deriva del turismo ticinese di questi ultimi anni e’ davanti agli occhi di tutti. I siluri della scorsa settimana, dei Presidenti degli ETL a Giuseppe Stinca - o all’ETT più in generale – sul proposto Centro di servizi condiviso non ne sono che l’ultimo atto. Qualsiasi proposta di razionalizzazione, che inevitabilmente non può non minare le posizioni acquisite degli ETL, viene da questi ultimi rifiutata, combattuta.
Si possono costituire tutte le Commissioni desiderate, si possono stanziare tutti i milioni che si vogliono, l’uomo “col cravattino a pois” può predicare tutto e il contrario di tutto, però fin che rimarranno sul terreno 12 Enti turistici, 12 Direttori, 12 Consigli di amministrazione con circa 150 Consiglieri distribuiti partiticamente (e al turismo non e’ che i Partiti mettano a disposizione gli Uomini migliori…), la concorrenza non farà che sorridere (oltre che passarci davanti…).
A questo punto, volenti o nolenti, se non vogliamo continuare a marciare all’indietro, non possiamo che puntare su soluzioni centralistiche, sulle forze centripete. Con un ETT forte – con o senza Giuseppe Stinca e’ indifferente - che venga però messo in grado di lavorare seriamente, al riparo dalle negative forze centrifughe, localregionali. O a tutti noi va bene rimanere sempre ai piedi della scala ?.
Sergio Barenco
Pubblicato da laRegioneTicino del 17 dicembre 2002
Ultimi commenti
08.02 | 21:32
Una... e non ancora completata... Grazie.
18.01 | 07:01
😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!
25.04 | 19:42
Grazie. Molto gentile.
25.04 | 09:48
Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano