Perche' Pinochet ?

Chi sta dietro a Pinochet ? 

Chi sono i veri responsabili ?

Pinochet se ne é andato. E’ “uscito” senza essere stato condannato, almeno formalmente, per i numerosi ed efferati crimini da lui comandati. I media non sono stati teneri con lui: moralmente lo hanno condannano quasi unanimemente. Le eccezioni sono state poche. Con loro Margaret Thacher, in testa alla lista.

Sono stati però pochi anche i media che si sono spinti a monte di Pinochet, che hanno indicato chi ha voluto effettivamente il truce dittatore, chi sono stati i veri mandanti delle malefatte di Pinochet. E chi lo ha fatto, lo ha fatto in maniera molto contenuta, in poche righe, senza accennare ai veri motivi alla base della nefasta parentesi.

Pinochet rovesciò con un cruento “golpe” militare un presidente democraticamente eletto, Salvador Allende alla testa del Governo cileno dal 1970. Da socialista, Allende si era impegnato subito nel ridare dignità alla popolazione povera del suo Paese, così che venne presto e marcatamente contestato dalla destra cilena, aiutata dalle destre economiche di altri Paesi sudamericani e degli USA. Fu fatto precipitare il prezzo del rame - di cui il Cile e’ tra i paesi maggiori produttori - e organizzato un lungo sciopero degli autotrasportatori, messi provvisoriamente, per resistere, sulla lista paga della CIA.

Delle elezioni regionali vennero a indicare che, malgrado le avversità costruite ad arte dagli avversari, il partito di Salvador Allende stava guadagnando consensi. Una seconda vittoria democratica di un marxista, prevista per l’anno che seguiva, non poteva più essere accettata dagli USA. Allende avrebbe potuto diventare un “cattivo esempio” e un elemento di spinta verso il socialismo di tanti altri Paesi sud- e centro-americani. La CIA, in quegli anni al servizio di Richard Nixon e Henry Kiessinger, preparò e pilotò il “colpo di stato” con parte dell’esercito cileno comandato da Augusto Pinochet che poi, in prima persona, diresse le varie operazioni di eliminazione anche fisica degli avversari politici, in patria e all’estero.

Il Centro- e il Sud-america non potevano assolutamente diventare socialisti. Erano “il giardino di casa” degli USA e tale dovevano restare. Già gli USA non erano riusciti a parare alla “perdita” di Cuba e la sconfitta era rimasta parecchio indigesta. Per impedire l’avanzata del socialismo, gli USA con la CIA già erano ricorsi a sanguinari dittatori di destra, in numerosi Paesi: Anastasio Somoza in Nicaragua (67/79), Hugo Banzer in Bolivia (71/78), Juan Maria Bordaberry in Uruguay (72/76), Jean Claude Duvalier a Haiti (71/86), Omar Torrijos a Panama (68/81) e Alfredo Stroessner in Paraguay (54/89) per limitarsi ai peggiori, tutti giunti al poter con un colpo di stato.

Per gli stessi “valori”, la stessa “ricetta” continuò a essere applicata anche dopo: Rafael Videla in Argentina (76/81), Leopoldo Galtieri sempre in Argentina (81/82) e Manuel Noriega a Panama (83/89), per limitarsi ai più conosciuti.

Sempre per evitare l’espandersi del socialismo, sempre a cura della CIA con le destre locali, si annientarono, in taluni casi anche fisicamente, i religiosi sensibili ai bisogni e alla dignità dei poveri, della gente modesta. Il movimento “teologia della liberazione” fu liquidato anche con l’aiuto del Vaticano. Frei Betto e Leonardo Boff, per limitarsi a due nomi tra i più significativi della nuova corrente di pensiero cattolica, che aiutavano i poveri cercando di spiegare loro anche il perché della condizione di indigenza in cui erano caduti, vennero imprigionati ed emarginati. A tacere fu messo anche l’arcivescovo di Recife, Brasile, Helder Camara a cui fu impedito ad alcune riprese di prendere la parola persino in… Svizzera. Tutti si ricorderanno dell’arcivescovo di San Salvador, capitale di El Salvador, Oscar Arnulfo Romero, ucciso da sicari della destra economica sostenuti dalla CIA, proprio in chiesa mentre celebrava una messa.

Sempre per difendere gli stessi “valori”, sempre a cura di sicari locali sostenuti e guidati dalla CIA, vennero eliminati, con uccisioni “mirate”, numerosi giornalisti e sindacalisti che osavano scrivere e dire la verità. La stessa cosa dicasi di “leaders” studenteschi illuminati che sapevano mobilitare e “trascinare” gli altri giovani (fatti che succedono ancora oggi in Colombia).

Ora, per fortuna, la “ragione” si sta imponendo sulla “forza”, sulla prepotenza politica e economica, nel Centro- e Sud-america, elezione dopo elezione, con poche eccezioni (Perù e Messico). Numerosi Paesi hanno detto basta all’ingerenza e alla prepotenza USA; ora si autogestiscono.

E’ difficile perciò capire per quale meccanismo, per quale servile disponibilità, quando si parla di gravi fatti di violenza politica, nel caso specifico nel Centro- e Sud-america, non si accenna mai ai veri motivi alla base di tali atti, e nemmeno ai veri mandanti, guarda a caso sempre domiciliati a Washington.

Perché tanto silenzio ? Forse per non rovinare l’immagine, agli USA, di potenza sostenitrice e “dispensatrice” di democrazia ?

Sergio Barenco

Pubblicato su L’inchiostro rosso di gennaio 2007

Ultimi commenti

08.02 | 21:32

Una... e non ancora completata... Grazie.

18.01 | 07:01

😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!

25.04 | 19:42

Grazie. Molto gentile.

25.04 | 09:48

Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano

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