Per il turismo ticinese ci sarebbe un "marchio" importante e gratuito...
I periodici finanziari ed economici pubblicano a scadenza piu’ o meno annuale, la classifica dei “marchi” internazionalmente piu’ conosciuti indicando persino il valore commerciale degli stessi. In una di queste classifiche, pubblicata da BusinessWeek, troviamo al primo posto il marchio
Coca Cola, seguito da Microsoft, IBM, Nokia, Disney, Ford, McDonald’s e tanti altri.
Tra i “marchi” svizzeri, classificati tra i primi cento, troviamo Nescafe’ (23.mo posto della classifica mondiale) seguito da Rolex (69.mo) e Swatch (99.mo).
Al marchio maggiormente conosciuto, Coca Cola, e’ assegnato un valore commerciale di ben 68.9
miliardi di dollari. Altri valori commerciali, per curiosita’, sono: Kodak 10.8, Louis Vuitton 7.0,
Ikea 6.0, Gucci 5.4, Adidas 3.6, Barbie 2.0, sempre di miliardi di dollari.
I tre marchi svizzeri citati, sono valutati Nescafe’ 13.2, Rolex 3.7 e Swatch 1.0 miliardi di dollari.
Per “costruire” un marchio vengono investite decine e decine di milioni di franchi.
(Swiss ha riconosciuto nelle scorse settimane di aver investito nel marchio, lo scorso anno,
ben 180 milioni di franchi.)
La stessa cosa dicasi per mantenerlo vivo, conosciuto. Si vedano le numerosissime pagine di pubblicita’ di immagine, colorata e patinata, che si trovano sulle maggiori riviste in tutto il mondo. Smettere di investire in un marchio, la gran parte delle volte significa perderlo, vederlo crollare e con lui l’attivita’ commerciale che sosteneva. Basti pensare a marchi famosi solo alcuni decenni or sono e oggi dimenticati: Millefiori Cucchi, Galliano, Stock 84 e tanti altri.
Altri marchi conosciuti sono invece scomparsi perche’ l’attivita’ commerciale che supportavano
venne cessata – oppure assorbita - per ragioni di mercato: Bolex, Paillard, Revox e altri ancora
con in fondo alla lista Olivetti, scomparso formalmente da poche settimane.
In questi ultimi mesi, per non dire settimane, sono apparsi sul mercato dei marchi detti “di rappresaglia”. Si pensi ad ArabCola, a MeccaCola che stanno “crescendo” molto velocemente.
Ci sono poi dei marchi che sono diventati tali senza investimenti finanziari. Di solito trattasi di nomi di grossi personaggi sportivi o con altre attivita’ parecchio popolari. Taluni di tali marchi
vengono messi a frutto (Manuela Sabatini, Paloma Picasso, ecc.) mentre altri, no.
Con riferimento al turismo, un esempio eccellente e’ fornito da Cuba che “sfrutta” in maniera
esemplare il marchio “Ernst Hemingway”. Non lo ha pagato un franco ma gli procura dei benefici turistici decisamente notevoli. La camera (la no. 511) che lo scrittore premio Nobel occupava presso l’hotel Ambos Mundos (rinnovato negli scorsi anni) e’ stata trasformata in un piccolo museo. Numerosissimi sono i visitatori che poi, inevitabilmente, sorseggiano il mojito presso la Bodeguita del Medio e il daiquiri presso il Floridita. Pure Cojimar, la localita' dove era ancorata la barca d'alto mare "Pilar" (quella de L'uomo e il mare), e la villa non lontana da La Havana, la “Finca Vigia”, abitata dallo scrittore dopo il periodo trascorso in albergo, sono diventate mete ambite di migliaia e migliaia di visitatori.
E’ di poche settimane or sono la notizia che il comune di Corsier sur Vevey, con altri tre Comuni viciniori, ha stanziato un credito di 7 milioni di franchi per acquistare la residenza Manoir de Ban, dove trascorse l’ultimo periodo di vita nientemeno che Charlie Chaplin… L’acquisto avviene con l’intenzione di allestire e proporre un… museo “Charlie Chaplin”. Con un marchio come “Charlie Chaplin” l’attrattivita’ turistica della zona crescera’ in maniera marcata. Senza spendere un soldo per il marchio. Solo comperando una proprieta’ – ad un prezzo anche di favore – che e’ un investimento, che comunque mantiene il suo valore. I contenuti li mette la famiglia Chaplin.
Un marchio altrettanto valido lo avremmo anche in Ticino. Il nome e il cognome di un altro scrittore famoso in tutto il mondo, come Hemingway premio Nobel per la letteratura: Hermann Hesse. La casa abitata a Montagnola e’ pero’ finita in mani private. Un manipolo di persone di buona volonta’ ha ottenuto la “Torre”, una costruzione accessoria, per l’allestimento di un piccolo museo e per la proposta di piccole attivita’ come esposizioni, letture e altro. “Chapeau” a questi promotori. Il Ticino avrebbe pero’ potuto, anzi dovuto, fare di piu’. Con l’acquisto dell’intera casa da parte dell’Ente pubblico, si sarebbe potuto allestire un museo dinamico importante, dal quale organizzare manifestazioni di importanza internazionale, mondiale. I figli Hesse avrebbero approvato e anche collaborato.
Si sarebbe poi potuto proporre a livello internazionale un premio letterario Hermann Hesse. Lo stesso avrebbe potuto essere abbinato a un convegno annuo di letteratura, posto sempre sotto il marchio “Hermann Hesse”, con la partecipazione dei maggiori scrittori viventi, premi Nobel
compresi. A Lugano, una piazza importante avrebbe potuto essere intestata a Hermann Hesse.
Un battello della SNL avrebbe potuto essere battezzato Hermann Hesse. Un esercente luganese avrebbe potuto inventare e proporre un drink “Hermann Hesse”. E altre idee avrebbero potuto nascere a migliaia.
Il Ticino, tanto meno quello turistico, non ha mai messo a frutto tale marchio, internazionalmente conosciuto e dal costo zero. Un’altra occasione – tra le tante - persa.
“Ticino, Hermann Hesse’s Choice…” avrebbe potuto essere lo slogan.
Sergio Barenco
Pubblicato da laRegioneTicino, rubrica "L'Ospite", il 15 aprile 2003
Letto ai microfoni della RSI, Radio della Svizzera italiana, nella trasmissione “Ladilaradio”
del 17 maggio 2003
Ultimi commenti
08.02 | 21:32
Una... e non ancora completata... Grazie.
18.01 | 07:01
😳😳ma quante vite ha vissuto?!? Complimenti!
25.04 | 19:42
Grazie. Molto gentile.
25.04 | 09:48
Egregio Signor Barenco, mi sono permessa di leggere tutto il racconto sul passato della Sua Vita. Sono rimasta molto attratta dalla forte positività che ho assorbito! Complimenti. Paola Riedi Lugano